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delle partenze

gennaio 2, 2022

…di cui hai una voglia matta. Di cui assapori l’odore, l’emozione, l’adrenalina.

I preparativi, la pianificazione sono la parte più emozionante ed eccitante, di cui ho scritto anche nel mio blog di viaggio, e che mi trovo continuamente a vivere a pieno….Ed è in questi preparativi che mi trovo adesso, anzi, nella fase avanzata dei preparativi, nella fatidica parte di “la valigia da preparare”.

Ma questa volta affronto tutto con un’ansia nuova, diversa, sconosciuta, ed in questo capisco che sono cambiata, il mio spirito da viaggiatrice si è trasformato…grazie Covid-19, Omicron o come diavolo vuoi chiamarti!…. grazie per averci fatto dimenticare di quando bello, entusiasmante e rigenerante sia viaggiare, pianificare, prendere e partire, e di quanto sia facile!

Sì, perché il punto di tutto è che l’ansia deriva proprio dal fatto che fino alla partenza non sai se riuscirai a mettere piede su quella macchina, aereo, autobus, nave, cavallo (!!???), o se qualche nuova bella ordinanza fresca di giornata arriverà a rovinarti i piani.

L’ansia deriva dal fatto di pensare “Ma dove porto la mia famiglia mentre sto bene al sicuro a casetta?” (grazie mamma per questo pensiero che so già ti starà passando in testa).

Ma l’emozione è troppo più forte, quella sensazione di partire, scoprire, sentirsi come un Cristoforo Colombo ancora una volta, essere pronti agli imprevisti, aprirsi alle conoscenze, ai nuovo colori, odori, sapori (soprattutto), forme e sensazioni….ecco il mio senso di tutto.

Avevo preso l’abitudine di guardare un bel po’ di immagini dei luoghi dove andavo, immagini iconiche, colori, sfumature, per poter poi immortalare tutto con la mia macchina fotografica, durante il mio viaggio.

Un qualcosa acquisito da mio cugino, appassionato quanto o forse più di me di fotografia, che mi aveva trasmesso questa cosa. E così ogni partenza, faccio un viaggio virtuale in quelli che saranno i luoghi del mio viaggio, cercando di ipotizzare questo o quell’itinerario, non scrivendone uno perché poi la scoperta e l’improvvisazione mi piacciono di più, ma per essere pronta a quello che mi aspetta, e sapere cosa voler portare “a casa”, quel colore, quell’immagine, e naturalmente quella sensazione. Lo so, è folle, confusionario, e maniacale, ma non c’è cosa più bella per me al rientro dal viaggio, dopo aver versato lacrime amare per essere rientrata (sì, sono incorreggibile, lo so), sedermi nel mio pseudo-studio, davanti al mio Mac, ed iniziare a rivivere il viaggio attraverso le mie foto.

E tutto ciò mi è stato di grande aiuto durante questi due anni di pandemia, dove i viaggi sono stati davvero pochi, e vissuti a pieno.

…di quelle partenze di cui spero di scrivere sempre più spesso durante questo anno che sta iniziando. Che comincia sotto il più roseo degli auspici, e che chissà cosa mai ci riserverà….

…e allora buone partenze, buoni viaggi, buoni sogni, buon anno, nuovo, diverso, divertente, strampalato, da ricordare, comunque esso sia.

degli appunti in quei vecchi manoscritti

febbraio 12, 2013

Non ce l’ho fatta a resistere. Devo raccontare che io non ho mai smesso di scrivere, nel senso che ho iniziato in 4 o 5 elementare a scrivere un “diario segreto”, e non ho mai smesso! Lo confesso, io a “entra e più” anni scrivo ancora una sorta di “diario di bordo”, che serve ad buttar giù i miei pensieri, in modo da poterli lasciare da qualche parte, e riprenderli più in là, quando ho le idee più chiare. Ecco a cosa serve scrivere pagine pagine e pagine di diari, agende, quaderni ecc.

Dicevo che non ce l’ho fatta a resistere di leggerne uno, ritrovato proprio in questi giorni, ieri per l’appunto.

E sfogliando le prime pagine mi soffermo su alcuni “tormentoni” di quando ero ragazza, come gli acronimi, che diventavano delle vere e proprie frasi, inventate poi chissà da chi.

E’ così che nasce il

Unione                     Bisogna

Per                             Uccidere

Imbrogliare             Saddam

Meglio                      Hussein

oppure il “Proverbio dell’alunno”: Lo studio è lavoro, lavoro è fatica, fatica è sudore, sudare fa male, allora chi ce lo fa fare?

Ritrovare queste cose mi ha fatto troppo sorridere, quindi le lascio scritte qui,accessibili a chiunque voglia riprendere i propri manoscritti e rivivere per un attimo il tempo che fu, e che per fortuna è passato.

Buona notte a tutti!

Di scatti canini…

ottobre 16, 2012

Ecco come promesso gli scatti fatti al mio esemplare di maschio Shiba Inu ;o)

Inutile dire che questi scatti sono stati il frutto di circa un’ora passata stesa sul pavimento a cercare di immortalare la ‘belva’ mentre giocava con il suo pupazzo preferito! Enjoy the view.

Di un nuovo incontro…

ottobre 14, 2012

Buongiorno mondo, e buona domenica! Questo blog sta prendendo un po’ il taglio “fotografico”, inutile resistere, ormai la mia vita si sta trasformando in una ricerca costante dello scatto perfetto, o semplicemente vivo per fotografare, e aspiro a fotografare per vivere.

Oggi vi parlo di una cosa che mi è successa recentemente: MI SONO INNAMORATA! Già, ho trovato penso il maschio ideale. Parlo di maschio perché lo è, anche se non di razza umana. Eh, eh, eh, il mio nuovo amore è un cucciolo di Shiba Inu di 4 mesi, di nome Roky.

Portato a casa da poco, mi sono cimentata in vari scatti con la mia fedele Nikon D5000, che condividerò con voi domani, qui al momento non ho il cavo per scaricarle.

Vi posterò però un paio di scatti fatti con il mio Macbook, che rendono il soggetto, unico e raro ;o)

Mi sono iniziata ad informare quindi di fotografia “canina”. Trattasi sempre di ritratto, però un ritratto in cui il soggetto non sa e forse non vuole neanche essere fotografato.

Ne parlavo anche durante il workshop con Paolo Miserini di Officine fotografiche, tenuto in occasione di Fotoleggendo, a Roma. In quell’occasione si parlava di ritratto in generale, per poi focalizzarsi su quello psicologico, in cui si cerca di entrare in contatto con il soggetto per interpretarlo, decodificarlo, e ottenere scatti più “veri” e “particolari”.

Parlavo di “fotografia animale” quindi, intendendo un tipo di fotografia in cui il soggetto è quindi un animale, spesso il proprio animale domestico, o nel caso in cui siate dei professionisti, l’animale domestico di qualche cliente.

Per intenderci, non parlo della fotografia stile National Geographic, in cui ci si apposta per immortalare l’animale nel proprio habitat naturale, per poi studiarne il comportamento.

Io mi riferisco in questo post ad un tipo di ritratto, in cui il “cliente” è per l’appunto il cane, gatto, tartaruga… domeistica.

Leggendo sul web mi sono imbattuta in siti e blog molto interessanti, tra cui questo che vi segnalo qui.

In linea di massima quello che consiglio è di posizionarsi accanto all’amico animale da immortalare, cercare di attrarre la sua attenzione, specialmente per ritratti, o farlo giocare con il suo gioco preferito, nel caso in cui si voglia fare una bella foto ambientata e spontanea (quella che assomiglia maggiormente al ritratto psicologico di cui parlavo di sopra). Con la spontaneità otterrete foto simpatiche, naturali e più originali.

E’ vero che anche un bel ritratto spesso è necessario, per fare qualche album di ricordi, o nel caso in cui qualcuno ve lo chiedesse come professionisti. In quel caso sarebbe consigliabile usare un cavalletto, cercare uno sfondo che possa far risaltare le varie sfumature del pelo, manto, colore dell’animale, e trovare un modo per “immobilizzare” l’attenzione del soggetto, magari con qualche pezzo di cibo, oppure con uno specchio o altro che terrete in mano, in direzione dell’obiettivo, così che il soggetto guardi direttamente in camera.

E poi armatevi di …..tanta pazienza, tempo, attenzione per i dettagli. Sconsiglio di utilizzare flash se potete, per evitare l’effetto occhi rossi, o distrarre troppo il soggetto.

A domani per gli scatti “rubati” del piccolo Roky. Buon ultimo giorno della settimana” BAU!

Delle sfocature in fotografia…

ottobre 11, 2012

Leggevo quest’articolo oggi pomeriggio. Si parla di come l’effetto sfocato in maniera più o meno evidente, sia considerato oggi anche come forma di arte, o per lo meno non più come un errore, mentre dai primi corsi di fotografia, ai corsi di laurea, è stato sempre insegnato che la messa a fuoco è la cosa più difficile da correggere e quindi va curata particolarmente! Nell’articolo non si parla solo della sfocatura del fondo, del tipico effetto “boken” che va tanto di moda, specialmente nella macro fotografia, ma proprio di inquadrare, sfocare, scattare.

Personalmente una parte di foto sfocate mi piacciono. Ma proprio per conferire il senso dell’astratto, la situazione, i colori, o di un paesaggio noto, far percepire comunque i contorni, che aiutano a decifrare l’insieme.

Ricordo i primi esperimenti con la nuova reflex, che tutto sommato non mi sembrano affatto male! Ecco il link di Flickr per visionarli.

Nell’articolo, continuando a leggere c’è una frase che mi ha colpito, che indica: “Una foto fuori fuoco è un errore, dieci sono sperimentazione e cento costituiscono uno stile”. E in effetti posso essere d’accordo su questo, sempre considerando però che tipo di sfocatura. Perché, è un po’ eccessivo ma potrebbe succedere, 100 scatti sfocati potrebbero capitare anche a un principiante con seri problemi di messa a fuoco…..o a chi scambia la ghiera della messa a fuoco con quella dello zoom..e frequentando vari corsi di fotografia, vi posso assicurare che capita anche questo! Buoni scatti a fuoco a tutti!

Della fotografia…

ottobre 9, 2012

…che non mi basta mai. Questo post è una sorta di elogio alla fotografia. Scusate se dedico un intero post a questa forma di comunicazione, arte, attività. Se ci fossero ancora i cantastorie ne pagherei uno per scrivere una storia in versi dedicata a questa mia grande passione, che ormai comanda la mia vita, piacevolmente! Ne parlo perché mi ha dato occhi nuovi, allenando l’occhio all’inquadratura, a congelare il momento, mi ritrovo a notare i dettagli, i particolari, quei piccoli elementi che rendono la vita magica, che danno il colore a un momento, il sorriso a una conversazione, il sapore ad un piatto prelibato. Lo notavo oggi, camminando per la mia città, e scorgendo particolari che in anni non avevo mai notato, e volevo condividere questa scoperta.

Questo week end oltre ad essere andata alla mostra al Macro a Testaccio, come spiegavo in un post di qualche giorno fa, e aver partecipato alla lettura dei portfolio presso Fotoleggendo, sono passata anche davanti a Palazzo delle esposizioni, per vedere la mostra di Doisneau.

Ma non sono entrata, ho preferito conservarmi il gusto dell’attesa, per tornare a breve a godermi le opere del grande fotografo. Ho però trascorso qualche ore in libreria, leggendo di lui, guardando i suoi scatti, e condividendo a pieno la sua vita…..emozioni indescrivibili.

E’ così, ci sono <<giorni in cui il solo fatto di poter osservare è già di per sé fonte di piacere…Ci i sente così appagati, così pieni di gioia, che è quasi inevitabile il voler condividerla con gli altri>> (R.Doisneau – Trois secondes d’éternité) e lui è riuscito a pieno a trasmettere questa gioia, immortalando la sua città, Parigi, in ogni modo, ogni dove, in un modo assolutamente perfetto. Grazie! click

Del futuro…

ottobre 7, 2012

Questo fine settimana ho visitato la mostra del Macro di Testaccio a Roma, il focus era “il lavoro”. E quando penso a questa magica parola,penso sempre al futuro…e dopo tutto questo guardare foto,parlare con persone, visionare progetti e pensarne a miei personali, concludo che senza passione per quel che si fa é tutto inutile! Se ognuno di noi seguisse le proprie inclinazioni e passioni, forse saremmo piú felici e il futuro non sarebbe neanche cosí terrificante, ma ci troveremo a costruirlo senza neanche rendercene conto. Sono solo allucinazioni da troppe foto viste le mie??? Non lo so, ma io ne sono fermamente convinta!!!! alla
prossima, muble muble muble

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piazza della Repubblica